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Nell’evoluzione dell’arte ebanista possiamo individuare due periodi particolarmente ricchi di spunti estetici ed artistici: il Rinascimento Italiano (1400) ed il periodo che va dal ‘700 ai primi dell’800 in Francia. La nostra collezione rivisita il periodo francese e le influenze che tale scuola ha avuto su quella italiana soprattutto con Giuseppe Maggiolini che operò soprattutto verso la fine del Settecento, ed ebbe la fortuna di valersi spesso per le figure (che poi tramutò in intarsi) collocate al centro dei suoi rosoni, nei punti dominanti del mobile, dei cartoni del pittore neoclassico Andrea Appiani. Fu specialista dell'intarsio in legni vari e rari usandone decine e decine di differenti colori fino ad ottenere una tecnica che rasentava gli effetti della pittura, per finezza e possibilità di sfumature e Pietro Piffetti operante intorno alla metà del secolo XVIII. Il suo stile personalissimo raccorda le ricchezze decorative del Luigi XIV francese con il disegno più raffinato del Rococò veneto. Il Piffetti andò famoso per i suoi intarsi "a sensazione", fatti non soltanto con legni rari o con bronzi dorati, ma anche con madreperla, tartaruga, avorio. I pezzi migliori sono stati scelti per essere riprodotti con il massimo rispetto delle tematiche del periodo di appartenenza (1700-1800). Il filo conduttore che lega i vari modelli della collezione è la fedeltà costruttiva, rispettosa dei legami, degli spessori, dei decori bronzei e delle patine di finitura. |
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Mobili
antiquariato |
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Comò Luigi XVI, inizio '700, lastronato con intarsi pregiati in "bois de rose". |
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Ribaltina Luigi XV, in legno di ulivo, intarsiato in bois de rose. |